Pannello 4 – La sua parte di storia

In questa sua terza opera, composta tra il 1952 e il 1955, Luigi Squarzina racconta dell’inchiesta dei carabinieri sull’omicidio di un postino di un paesino sperduto della Sardegna in cui la giovane dottoressa Gail Tibbet, per conto di un’importante fondazione americana, è generosamente impegnata a curare un’epidemia di poliomelite che ha colpito i bambini del luogo.

Ma Gail si autoaccusa di incitamento all’omicidio per avere pubblicamente denunciato il postino di essersi impossessato dei soldi spediti dagli emigrati; e proprio questa è stata la causa dell’uccisione del postino. Solo alla fine Gail ritratta, dopo un altro delitto di vendetta e le forti pressioni della massima autorità della fondazione accorse sul luogo per una cerimonia ufficiale debitamente pubblicizzata che premia l’operato della dottoressa e della stessa fondazione.

Anche in questo caso alla vicenda principale raccontata fa da significativa cornice la società e la politica: una società di pastori, tagliata completamente fuori da qualsiasi forma di un pur embrionale sviluppo economico e la politica cinica e arrogante degli anni cinquanta dell’America, che già Squarzina aveva annotato nel suo “Diario” durante il suo soggiorno negli Stati Uniti tra il 1951 e il 1952. La sua parte di storia vince il premio Pescara nel 1955, ma non trova subito spazio nei palcoscenici nazionali.

Fallito il tentativo di Strehler di metterlo in scena al Piccolo di Milano per il rifiuto di Sarah Ferrati di interpretare un ruolo non da protagonista, il lavoro viene rappresentato per la prima volta al Volkstheater di Vienna nel novembre 1958, con la regia di G. O. Leutner e nel dicembre dello stesso anno a Düsseldorf.

Tuttavia nel 1958 viene trasmesso come radiodramma dal Terzo Programma della Rai con la regia dell’autore e con attori di straordinario talento come Buazzelli, Mulè, Tofano, Parenti. È messo in scena per la prima volta in Italia al Festival di Venezia, nel 1962, dal Teatro Stabile di Torino con la regia di Gianfranco De Bosio e i costumi di Gianni Polidori e con grandi attori come la Gravina, Parenti e la Adani.