L’Esposizione Universale

Debutto: Katowice, Teatro Nazionale della Slesia, 30 ottobre 1955

Traduzione Zofia Ernstowa e Ryszard Landau
Regia Zbigniew Sawan
Scene Andrzej Cybulski
Costumi Michala Walczaka e Malgorzaty Kucielowej

Personaggi e interpreti

Emma Helena Rozwadowska
Lucia Anna Jakowska
Elli Danuta Kwiatkowska
Il professor Curbastro Piotr Polonski
Pippo Andrzej Hrydzewicz
Peppe Mieczyslaw Jasiecki
Bartali Wincenty Grabarczyk
Pio Michal Lesniak
Piera Genowefa Wieczorek
Remo Adam Kwiatkowski
Tamburini Rajmund Fleszar
Barzilai Wladyslaw Brochwicz
Nora Liliana Czazska
Boidi Tadeusz Hanusek
Il muratore Edmund Ogredzinski
Il dottore Stanislaw Czaszka
L’avvocato Zbislaw Ichinowski
L’agente ***
Il giornalista Wladyslaw Kozlowski
Una donna Eugenia Kwiatklewicz
Primo uomo Romuald Bojanowski
Secondo uomo Rudolf Zbrojewski
Terzo uomo Bernard Krawczyk
Quarto uomo Henryk Dworczykowski

Debutto italiano: Roma, Teatro India, 9 giugno 2015

Regia Piero Maccarinelli
Assistente alla regia Ulduz Ashraf Gandomi
Scene Piero Maccarinelli
Costumi Gianluca Sbicca
Musiche Antonio Di Pofi
Movimenti scenici Francesco Manetti
Montaggio Luca Onorati
Immagini dell’Istituto Luce scelte da Roland Seiko

Personaggi e interpreti

Emma Sara Pallini
Elli Maria Teresa Campus
Lucia Alice Spisa
Il professor Curbastro Luigi Diberti
Pippo Stefano Scialanga
Peppe Paride Ciciriello
Bartali Nicola Sorrenti
Pio Roberto Caccioppoli
La Piera Barbara Chichiarelli
Remo Giulio Maria Corso
Tamburini Alessandro Meringolo
Barzilai Stefano Santospago
Nora Antonietta Bello
Boidi Pietro Masotti
Il muratore Carmine Fabbricatore
Il dottore Jacopo Uccella
L’avvocato Vincenzo D’Amato
L’agente Gregorio De Paola
Il giornalista Michele Lisi
Uomini, donne, agenti

Scritta da Squarzina, tra il 1945 e il 1948, è la sua prima commedia; vince il Premio Gramsci per il teatro nel 1949. La giuria che assegna il premio rappresenta il fior fiore del teatro italiano: Eduardo De Filippo, Luchino Visconti, Vito Pandolfi, Paolo Stoppa, Stefano Landi.
Solo dopo sessantasei anni è stata messa in scena in Italia per la prima volta, il 9 giugno 2015 al Teatro India, prodotta dal Teatro di Roma e dalla Regione Lazio, con la regia di Piero Maccarinelli. Prima in Italia solo letture: Vittorio Gassman, nel 1950, a Roma; Giorgio Albertazzi, nel 1951, a Firenze, Gabinetto Viesseux; nel 1994, a Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della mostra Roma sotto le stelle del ’44, storia, arte e cultura dalla guerra alla liberazione, con la regia di Piero Maccarinelli e il 12 gennaio 2015, al Teatro Argentina, con lo stesso regista.

Invece l’opera è stata messa in scena, con successo, il 30 ottobre 1955, al Teatro Nazionale della Slesia, a Katowice in Polonia, e nel 1959 viene tradotta in russo e pubblicata a Mosca.

Nella commedia Squarzina racconta le miserabili condizioni di una comunità di senzatetto che si è rifugiata in uno degli edifici vuoti dell’Eur, i cui lavori erano rimasti interrotti dal 1940. Ma l’edificio rientra nei piani speculativi di un sedicente giornalista che vuole riconvertire quella zona edilizia in un grande complesso residenziale che naturalmente presuppone lo sgombero di quegli edifici. L’azione disgregante del falso giornalista, che entra nella comunità sotto mentite spoglie, fa venire alla luce i conflitti, le differenze ideologiche e culturali e le debolezze psicologiche dei membri della comunità, alcuni dei quali cedono al ricatto economico. Infine la comunità viene costretta a trasferirsi ad un campo di sfollati ancora più squallido; gli ultimi resistenti vengono uccisi dalla polizia in un conflitto a fuoco. 

Il racconto di Squarzina pone in primo piano le singole storie di questi diseredati, ma sullo sfondo, ben evidente, emerge la realtà sociale di grande povertà del dopoguerra.

“… forse certe scene corali o quella della sparatoria finale o qualche primo piano di personaggi come Barzilai o Remo potrebbero far pensare ad una visione cinematografica e talune espressioni gergali o romanesche potrebbero essere considerate espressive del neo-realismo, ma entrambi questi aspetti … sono nettamente minoritari rispetto al lavoro complessivo. Il mio è un testo squisitamente teatrale che segue le regole della costruzione drammatica, non è un’opera neo-realistica. Certo la realtà è ben presente nel mio lavoro, come può esserlo a teatro, è una realtà di povertà e di emarginazione, all’interno della quale mi sono sforzato di descrivere l’animo di personaggi umili senza pregiudizi ideologici”.

Luigi Squarzina

Tratto da E. Testoni, Dialoghi con Luigi Squarzina, Firenze, Le Lettere 2015, p. 89