I corsi monografici di “Istituzioni di regia al DAMS”

1972-73 La Commedia dell’Arte italiana: punto di riferimento per le problematiche di gesto e parola e di ri-teatralizzazione del teatro presenti nella regia del Novecento
1973/74 Rito e Mito: analisi testuale e teatrica de Le baccanti di Euripide. Le cerimonie proto teatrali dei primitivi; le origini e le forme della tragedia greca nelle loro caratteristiche strutturali e nella loro influenza sul pensiero teatrale contemporaneo, da Nietzsche alla registica del ‘900
1974/75 Manierismo e sperimentalismo. Troilo e Cressida nello spazio teatrale elisabettiano-giacobeo. Edificio, palcoscenico, azione, parola, rapporto con il pubblico: filologia registica dell’Ottocento e del Novecento alla riscoperta della struttura e degli stilemi dello spettacolo elisabettiano. Lo sfaldarsi dell’immagine rinascimentale dell’uomo nel linguaggio di Troilo e Cressida; confronto con la crisi dell’equilibrio borghese nelle operazioni delle avanguardie storiche: malessere, disgusto, dissacrazione, pastiche, parodia
1975/76 Ideologia, struttura e tecnica in Pirandello. Rapporti con il “teatrico” del futurismo e delle avanguardie europee (espressionismo, dada) e con il “teatrale” della scena italiana negli anni ’20. Alea, ribaltamento, autodistruzione. Dal Saggio sull’umorismo (1908) al “grottesco” e alla clownerie intellettuale, verbale, somatica. Idea e corpo nella “maschera nuda”. Il “teatro nel teatro” fra evento, rappresentazione e meta teatro:  Sei personaggi in cerca d’autore, Ciascuno a suo modo, Questa sera si recita a soggetto. Lettura registica di Ciascuno a suo modo. La regia italiana alla riscoperta di Pirandello dal 1945 ad oggi.
1976/77 Shakespeare e Misura per misura. Lettura registica: il potere e l’ingovernabilità della città, violenza e consenso, sesso e amore, censura e critca, puritanesimo e Vangelo, giustizia e grazia. Lo spazio teatrale elisabettiano – giacobeo. L’uso shakespeariano dei modelli (storia e cronache, novellistica, miti e saghe, drammi precedenti); confronto tra Misura per misura e la brechtiana “teoria dei modelli”, esemplificata in Teste tonde e teste a punta
1977/78 Per una analisi dei linguaggi totalitari mediante il teatro: Terrore e miseria del Terzo Reich di Brecht. Produzione nelle istituzioni e produzione alternativa ai tempi della Repubblica di Weimar (1919-1933) e nell’Italia di oggi. Significato del percorso di Brecht: dalle grandi istituzioni teatrali tedesche (1922 – 1926) all’alternativa (Piscator, le troupes operaie, i drammi didattici 1927 – 1933), al teatro in esilio (1933 – 1947), a una istituzione di tipo nuovo: Berliner Ensemble (1949 – 1956)
1978/79 Teorie ed esperienze moderne di teatralizzazione dello spazio urbano. Le esperienze della scena francese: teatro nazional-popolare, Copeau
1979/80 Modelli teorici e momenti pratici di teatralizzazione dello spazio urbano. Rousseau e la Lettre à D’Alembert sur les spectacle; le feste della Rivoluzione francese; il “teatro popolare” in Francia da Rolland a Copeau; il teatro agit-prop
1980/81 La grande drammaturgia borghese e la crisi delle classi dirigenti alla vigilia dei conflitti mondiali e dell’onnipotenza tecnologica: problemi di messinscena. Lettura registica di Casa Cuorinfranto di Shaw. Considerazioni registiche su John Gabriel Borkman di Ibsen
1981/82 Momenti del teatro popolare italiano dall’unità (1861) alla I guerra mondiale (1914) nel repertorio del “grande attore”. Tre esempi drammaturgici: La morte civile di P. Giacometti, Il Cardinale Lambertini di A. Testoni, Il piccolo santo di R. Bracco. Lettura registica de Il Cardinale Lambertini
1982/83 Il teatro elisabettiano – giacobeo. Le condizioni operative e il linguaggio teatrale di Shakespeare e dei suoi contemporanei: edifici, strutture organizzative, rapporti con il potere, drammaturgia, rappresentazioni. Shakespeare sulla scena dei nostri anni ottanta
1983/84 Pirandello: lettura registica di Ciascuno a suo modo. Momento drammaturgico, momento interpretativo, momento critico, momento partecipativo. Pirandello fra manierismo post-rinascimentale e avanguardia proto novecentesca (futurismo, espressionismo, dada). Il “teatro nel teatro” fra evento, rappresentazione e meta teatro. Il “teatro totale”: dalla strada al teatro al pubblico al palcoscenico. Corsi e eroi, rito e mito. Dal romanzo (Si gira …, poi Quaderni di Serafino Gubbio, operatore) al teatro (Ciascuno a suo modo): macchina narrativa, macchina da presa, macchina scenica. Alea, contraddizione, “fregolismo” spirituale, “petrolinismo”, ribaltamento, autodistruzione. I manifesti teatrali futuristi. Esteticizzazione della politica e politicizzazione dell’estetica. Sciamanesimo e fascismo
1984/85 Pirandello e la regia. Il berretto a sonagli. Dal racconto (La verità, 1912) al dramma in dialetto (1916) e in lingua (1917). Caratteri generali dell’opera di Pirandello. Problemi di drammaturgia e di messinscena ne Il berretto a sonagli. Pirandello e l’umorismo. Pirandello e il “grande attore” degli anni venti. Pirandello regista. Tendenze storiche e attuali della regia pirandelliana
1985/86 Lettura registica de L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello. Dalla novella (Richiamo all’obbligo, 1906) alla “farsa” di Paolino (1919). Il momento “grottesco” del teatro pirandelliano e il rovesciamento dei valori. Pirandello e la visualizzazione scenica: le didascalie de L’uomo, la bestia e la virtù. La regia teatrale come linguaggio. Tecnica della ripresa televisiva di spettacoli teatrali. Dalla documentazione alla creatività: il caso de Il berretto a sonagli
1986/87 Lettura registica di Liolà. Dalla problematica borghese delle pagine narrative (Il fu Mattia Pascal, 1904) alla “commedia campestre in tre atti” (1916). Dal “dialetto” agrigentino alla lingua italiana (1916 – 1928). Liolà come “festa popolare” e come anticipo dei “miti” pirandelliani. La regia teatrale come linguaggio. Tecnica della ripresa televisiva di spettacoli teatrali. Dalla documentazione alla creatività: il caso di Pirandello

Tratto da L. Colombo e F. Mazzocchi (a cura di), Luigi Squarzina e il suo teatro, Bulzoni, Roma, 1996