Madre Courage e i suoi figli 

Debutto: Genova, Politeama Genovese, 17 marzo 1970 (filmato RaiTeche)

Traduzione Enrico Filippini
Regia Luigi Squarzina
Regista assistente  Vittorio Melloni
Assistenti alla regia  Guido Huonder
Doriano Saracino
Scene e costumi  Gianfranco Padovani
Musiche Paul Dessau
Eseguite da Roberto Gianolio
Salvatore Ferro
Carlo Pecori
Renato Bastoni
Franco Piccolo Luigi Ravera
Paolo Bartolini
Direttore della esecuzione musicale Doriano Saracino
Produzione Teatro Stabile di Genova

Personaggi e interpreti

Madre Courage Lina Volonghi 
Kattrin, sua figlia, muta Lucilla Morlacchi
Eilif, il figlio maggiore Omero Antonutti 
Schweizerkas, il figlio minore Giancarlo Zanetti 
L’arruolatore Maggiorino Porta 
Il sergente Antonello Pischedda 
Il cuoco Eros Pagni 
Il comandante Gianni Galavotti 
Il cappellano Camillo Milli 
L’addetto all’armeria Mario Marchi 
Yvette Potier Grazia Maria Spina
L’uomo con la benda Claudio Sora 
Un altro sergente Mario Martini 
Il vecchio colonnello Daniele Chiapparino 
Uno scrivano Luigi Carubbi 
Il giovane soldato Gianpiero Bianchi 
Un contadino/soldato Maurizio Manetti 
La moglie del contadino Gilda Vivenzio
Un altro contadino Enrico Ardizzone 
La contadina Mara Baronti 
Un contadino giovane Sebastiano Tringali 
L’alfiere Gianni Fenzi 
Soldati Mario Faralli
Renzo Martini
Andrea Montuschi
Salvatore Aricò
Nino Faillaci

Squarzina può rappresentare Madre Courage solo dopo che è venuto meno il monopolio del Piccolo sulle opere di Brecht e previo consenso della moglie del drammaturgo Helen Weigel e della Suhrkamp Verlag, sua casa editrice.

Ha come punto di riferimento la famosa edizione berlinese del 1949 ed esprime in palcoscenico l’epicità e lo straniamento brechtiano con una recitazione incentrata sulle contraddizioni del personaggio e con una scenografia basata su una piattaforma girevole, rumorosa e a vista così come i tralicci e la raggiera su cui sono avvitati i proiettori, in modo da evidenziare la finzione teatrale.

Ma non essendo Squarzina “un brechtiano di stretta osservanza” e ritenendo che esistano affinità naturali tra il modulo “critico” della recitazione dello Stabile di Genova e l’ideale dell’attore “epico”, propone una sorta di contaminatio in modo da mostrare “le componenti del mondo di pensiero e di fatti che è Madre Courage, magari a scapito, qua e là, di una omogeneità epica (in senso brechtiano) troppo ortodossa (dunque non-brechtiana)”. In definitiva un teatro epico sottoposto all’elaborazione del teatro critico.

La critica riconosce l’importanza straordinaria dello spettacolo e il pubblico lo accoglie con enorme entusiasmo per tutta la lunga tournée.

Il servizio – RaiTeche

Si ringrazia il teatro Nazionale di Genova per la concessione dell’utilizzo del materiale fotografico.