Scritto con Enzo De Bernard e Ruggero Zangrandi, anche questo lavoro rientra nella programmazione degli spettacoli storico-dialettici. 8 settembre è messo in scena dal Teatro Stabile di Genova il 31 marzo 1971 al Politeama Genovese. La scenografia è di Gianfranco Padovani. È ancora teatro-documento: le fonti amplissime, anche inedite, sono valutate con il rigore dello studioso e nell’ottica dello storico. Rievoca avvenimenti di rilevanza fondamentale nella storia nazionale per non farli perdere alla memoria collettiva e per invitare il pubblico ad una riflessione critica sui personaggi e sulle responsabilità. Nessuno mai prima aveva affrontato questo tema, perché era assolutamente tabù, come dice Squarzina. Il regista ritorna, ancora una volta, all’impegno civile della sua Romagnola.
Si rappresenta la fuga a Pescara e il famoso incontro a Cassibile tra il generale Castellano e Eisenhower, la dignitosa presa di posizione del generale Carboni il quale sostiene che le alte gerarchie militari, per non contraddire Badoglio, gli hanno impedito la difesa di Roma. Insomma Squarzina vuole mostrare in teatro la codardia di un re che fugge, abbandonando il suo popolo e il suo esercito nel caos e nella disperazione, la malafede di Badoglio e dei suoi generali, lo squallore di una classe dirigente che aveva portato l’Italia al fascismo e alla disfatta.
Il regista dà forma drammatica e ragione teatrale agli avvenimenti e ai personaggi, in uno spettacolo assai complesso che comporta la direzione di ben quaranta attori per sessanta personaggi. A questo scopo utilizza un macchinario, l’Eidopher, che proietta su uno schermo i giorni e le ore che segnano gli avvenimenti. Convinto che anche il teatro-documento debba emozionare e commuovere oltreché naturalmente far riflettere, il regista inventa le interviste al pubblico. Due attori, che interpretavano un operaio ucciso in carcere e Raffaele Persichetti morto nella difesa di Roma, scendevano in platea con un microfono e una macchina da presa collegata all’Eidopher per chiedere agli spettatori, tra cui anche i politici, dove si trovassero l’8 settembre 1943. Ed anche così si scopriva cos’era stato di rovinoso l’8 settembre. Il successo di critica e di pubblico è clamoroso.