Prima trasmissione: RAI, Programma nazionale, 30 gennaio 1960, ore 21.20
Regia | Luigi Squarzina |
Collaborazione tecnica | Arnaldo Macrelli |
Assistenti | Ugo Giannuzzi e Corrado La Moglie |
Personaggi e interpreti
Attanazzi | Ivo Garrani |
Giuffré | Checco Durante |
Ostinelli | Mario Maldesi |
Quinto | Paolo Lombardi |
La voce di Quinto | Dante Biagioni |
Il casellante | Giotto Tempestini |
Le ragazze | Isa Bellini Clely Fiamma |
Scritto nella primavera del 1958, è tratto da una storia vera per tanto tempo tenuta segreta. Un elettricista delle ferrovie, nel fare un altro lavoro al di fuori del normale orario di servizio, insieme con alcuni suoi compagni, muore fulminato. I compagni, per consentire alla famiglia di ricevere le conseguenti provvidenze aziendali, trasportano il cadavere allo scalo ferroviario in modo da simulare un incidente sul lavoro.
Squarzina costruisce le diverse fasi temporali della storia, cioè il ricordo di Quinto, l’incidente e la successiva inchiesta, attraverso una serie di flash-back e di flash-forward, accompagnati dalla voce narrante dello stesso Quinto.
In questo modo l’autore vuole rappresentare da un lato l’atto di umana solidarietà e dall’altro le condizioni di grave indigenza e di sacrificio della classe operaia costretta a fare due lavori per una vita di sussistenza.
“Il pantografo durò a lungo, ebbe una vita infinita e mi ha fruttato più diritti d’autore di tutti gli altri lavori, è stato riprodotto in tutto il mondo, ci sono state due proposte di film anche in lavorazione ma poi non sono andate avanti; in tedesco è stato pubblicato il libro De unfal che vuol dire L’incidente”
Luigi Squarzina
Tratto da E. Testoni, Dialoghi con Luigi Squarzina, Firenze, Le Lettere, 2015, p. 141