La regia nasce dunque come emblema di libertà, di indipendenza, di superamento della costrizioni del passato.

La regia nasce dunque come emblema di libertà, di indipendenza, di superamento della costrizioni del passato.
Il regista obbligava l’attore a rispettare il testo drammaturgico e il suo autore. Il regista chiedeva, inoltre, all’attore di subordinarsi ad un progetto, di non collocarsi sempre al centro della scena, ma di occupare a volte il centro, a volte gli spazi laterali, di concepire la scenografia non come un insieme di oggetti su cui sedersi, ma come spazio autonomo.
La regia, infatti, non è quella pratica individuale, personale e “monocefala” che solitamente si intende, essa è, al contrario, un’arte a più mani, un’arte che si nutre di più contributi.
La connotazione di materialismo storico, di ricerca, è qualcosa che non si rinnega, che ti accompagna sempre e che ti pone costantemente in dialettica nei confronti di quello che succede, che è successo, che succederà.
É scoraggiante la pretesa della classe politica di dettare legge anche nel teatro: per anni ha stabilito l’assegnazione di posti, di sovvenzioni; in seguito ha deciso che il teatro non la interessava più e lo ha lasciato perdere completamente.
Non posso concepire la drammaturgia se non legata alla sua prassi. La drammaturgia non è una forma pura, non basta pubblicarla, è necessario metterla in scena.